lunedì 15 giugno 2015

Osservazione al Piano Urbanistico Comunale ( PUC ) prot. n. 28796 del 12/06/2015



Preso atto dell’avvenuta pubblicazione dell’avviso di adozione sul B.U.R.C. n. 24 del 13 Aprile 2015 del Piano Urbanistico Comunale (PUC) adottato con deliberazione di G.C. n. 57 del 30/03/2015 e che il termine perentorio per la presentazione delle osservazioni coincide con il giorno 12.06.2015.
Visti gli atti che costituiscono il Piano Urbanistico Comunale (PUC).

Osservazione al Piano Urbanistico Comunale (PUC) in duplice copia, che si compone di n° 8 (otto) pagine protocollata in data 12 giungo 2015 con n. 28796.
SETTORE TERRITORIO E AMBIENTE – UFFICIO DI PIANO
OSSERVAZIONI AL PIANO URBANISTICO COMUNALE (PUC) ADOTTATO DAL COMUNE DI NOCERA INFERIORE
Premessa
Nell’amministrazione di una comunità il processo democratico dell’acquisizione  del consenso si dovrebbe sostanziare con un confronto costante tra essa ed i cittadini, questo permette a chi amministra di consolidare la propria politica sul territorio. Il fatto di essere eletti non è quindi sufficiente, ma è indispensabile mantenere il contatto con la cittadinanza, seppur nel pieno rispetto dei ruoli e dell’esigenza di giungere a decisioni, ma avendo la capacità di modificare piani e progetti secondo le richieste e le esigenze della comunità intera.
La discussione che si è portata avanti sulla redazione del nuovo PUC nella fase finale, doveva essere proposta, vista la fondamentale importanza, sin dalla fase preliminare, che ha visto si due incontri pubblici, ma con una scarsa partecipazione popolare dovuta alle condizioni metereologiche, agli orari in cui essi sono stati proposti ed al solito luogo di raccolta, che era il “centro città”.
Secondo la nostra opinione, non si è concretizzata in una efficace apertura al dialogo, mancando l’occasione di poter incidere a quanti pur hanno provato, con tutte le difficoltà, a partecipare con indole dialogante e costruttiva. Non sembra siano stati presi in considerazione, in quella fase, singoli cittadini o categorie professionali, associazioni, comitati, movimenti o minoranze deboli (tipo i disabili e più in generale quanti, anche per limiti culturali o economici, non hanno facilmente accesso, o comprensione di elementi tecnici e ratio operandi), ma potevano ugualmente fornire un contributo, visto che hanno pari diritti ad aver  voce in capitolo su scelte tanto rilevanti che toccano i loro legittimi interessi.
Senza voler essere cattivi, ciò che è accaduto lascia pensare al voler sembrare diversi dalle precedenti amministrazioni, adottando un metodo di parvenza più aperto, ma di fatto incurante di osservazioni, commenti e critiche, che potevano essere importanti nella fase di elaborazione del piano, facendo sembrare quanto deciso, nel chiuso del palazzo, fosse l’unica soluzione possibile.
Se si parla di “pianificazione partecipata” essa dovrebbe fondarsi, a rigor di logica, sulla tutela del territorio, sulle programmazione del futuro cittadino ed in particolare alla possibile fruizione, da parte della collettività, dei beni comuni.
Sia ben chiaro che le qui presenti osservazioni non intendono rappresentare una forma di attacco nei confronti dell’amministrazione comunale, ma sono espresse con la finalità di trasmettere, in modo costruttivo e appassionato, la nostra preoccupazione che il nuovo PUC si accinga all’approvazione definitiva orfano di un contributo, che, se ricercato e assimilato, avrebbe potuto plasmarlo donandogli le caratteristiche complessive per gestire adeguatamente il territorio, gettando le basi per il suo sviluppo in chiave più moderna ed allo tempo sostenibile ed attenta ad intercettare gli elementi della tradizione su cui puntare, mixandoli tra loro.
Questo era possibile soprattutto coinvolgendo efficacemente abitanti dei quartieri, che conservano radici nei più anziani, e linfa innovatrice nei giovani che cercano di emergere, comprendendo le periferie, nonché professionisti dallo spirito creativo e con esperienza mista di tutte le età e categorie di competenza settoriale, per dare lustro ad una progettualità completa fatta di intelligenza collettiva.
Insomma, avremmo voluto apprestarci a vedere l’approvazione del PUC con uno spirito più entusiasta del percorso svolto.
Detto ciò, pur sposando coerentemente la salvaguardia assoluta dei suoli, ed in genere i punti fermi da porre come clausole per scongiurare il rischio di ulteriori  scempi, su una piattaforma urbanistica che eredita gli eccessi  edificatori, che già cozzano con la carenza di servizi e spazi adeguati per una crescita equilibrata ed ordinata, temiamo che la veste formalmente rigida e vincolistica, diventi poco funzionale ai fini di un rigenerazione modulare dell’esistente, soprattutto nelle aree ad interesse storico, e poco funzionale per chi vuole conservare la vocazione agricola del territorio, ma si ritrova ad essere limitato dalle grandezze indicate.
Se si vuole che la crescita cittadina non sia più per esplosione, bensì per implosione dal suo interno, allora bisognerebbe adottare politiche di premialità e semplificazione che permettano tale processo.
A livello nazionale, basti pensare che l’architetto Renzo Piano ha chiamato a sé giovani emergenti per collaborare alla riqualificazione delle periferie italiane, e così, a livello locale, si sta sempre più discutendo della semplificazione dei processi per andare in quella direzione.
Tenuto conto delle cose lette nel Piano strutturale ne scaturisce la grossa difficoltà nel vedere una collaborazione tra pubblico e privato, che attivi la sinergia tale per effettuare una vera riqualificazione della nostra città, nel senso alto del termine, lasciando, però, intravedere le solite predisposizioni alle “sostituzioni edilizie” di opifici con cambi di destinazione globali, mentre potrebbero essere riqualificati ed essere utilizzati per l’insediamento di attività economiche compatibili con la vita della cintura urbana.
Le responsabilità in questi casi non vertono solo sull’amministrazione che governa, ma anche sulle opposizioni che non hanno mostrato la volontà di alzare la soglia del dibattito, anzi si sono tenute apparentemente passive.
A nostro avviso il PUC così concepito continua ad essere uno strumento di disciplina più che di Indirizzo, da cui si consolida una cristallizzazione del tessuto urbano, ormai già fortemente compromesso (le trasformazioni a cui alludiamo, naturalmente sono da intendersi in meglio e non nella direzione di determinati vizi ereditati dal passato).
Lo scenario che si prospetta, al di là di elementi nuovi e di un riordino qua e là, sui quali in linea di massima concordiamo, resta comunque che tale strumento di pianificazione possa risultare innocuo se non paradossalmente dannoso, perché non permetterà una trasformazione armonica e creativa (sebbene rispettoso delle aree di tradizione storico-architettonica e ambientale).
La volontà di voler preservare e salvaguardare il territorio agricolo ci trova assolutamente in sintonia, come ovvio che sia in base alla nostra sensibilità ecologista e di difesa delle terra, così come dell’acqua e dell’aria, quali beni essenziali per la Vita. Ma pur partendo dal presupposto di non consumare altro suolo disponibile, la scelta di elevare la soglia del lotto minimo a 10.000 mq può risultare una pretesa per vari aspetti poco funzionale, data la forte frammentazione dei lotti che attualmente difficilmente superano i 5000 mq e quindi, adottando restrizioni non in linea con le caratteristiche locali, si rischia l’abbandono del territorio rurale nel nostro comune, anziché favorirne l’aggregazione per la valorizzazione. Ovviamente, restano i vincoli da porre relativi alla destinazione degli insediamenti che si andranno a concretizzare, premiando coloro che, secondo la nostra visione, vogliono mettere a sistema il tutto coniugando agricoltura, cultura, tradizioni e natura.
Anche le scelte legate alla ex Caserma TOFANO, su cui vertono aspettative importanti, ci trova preoccupati sull’uso o riuso di un bene comune così importante; da quel che si intuisce, non viene considerata la componente di “aggregazione sociale” che potrebbe avere, data anche la sua posizione, e speriamo che l’amministrazione non si limiti ad essere contenta nell’averla vista individuata quale sede delle “sovraintendenze riunite” e, per ora, “mero deposito di reperti archeologici”, ma si batta affinché questo grande contenitore possa diventare un vero polo di riferimento multi disciplinare, incentrato si sull’archeologia, ma mettendo in atto collegamenti con centri universitari e di ricerca internazionali sul tema,  ampliando il progetto con laboratori ed attività innovative, in modo da poter far fruttare il tutto sia in termini economici che sociali. Intendiamo, quindi,  non mere allocazioni od alloggi, ma aree aperte al pubblico dove poter far nascere botteghe e laboratori, grazie a metodi partecipati, con finalità di rivalutazione storica e crescita culturale collettiva, oltre alla formazione di quanti vorranno.
Timori ne abbiamo, inoltre, in merito ai PUA ,i cosiddetti Piani Attuativi, che possono e devono essere elaborati dall’ente Comune, dai Consorzi, dai Privati, ma intesi quali soggetti da mettere in rete tra loro sulla base di determinati equilibri d’insieme. In un PUC  determinati elementi  di squilibrio potrebbero favorire varianti allo stesso, che sotto l’ombrello dell’interesse Pubblico, paradossalmente, sfruttando il rigidismo tecnico, rischiano di porgere il fianco a ipotetiche operazioni di grossa Rottamazione del Patrimonio edilizio obsoleto, penalizzando quindi la singola proprietà e gli studi professionali di architettura ed ingegneria di piccole dimensioni (che pure potrebbero proporre soluzioni), anziché favorire una vera riqualificazione, che consentirebbe un salto di qualità alla nostra amata città.
In conclusione, per le motivazioni citate, restiamo scettici su una possibile attuazione funzionale del Piano adottato e vogliamo scongiurare ogni spiraglio di operazioni con connotati abusivistici che sfruttino faglie del sistema: ribadiamo l’esempio che potrebbero rappresentare i cambi di destinazione delle aree ex opifici industriali presenti nella cintura del centro urbano.
Pertanto ci rimettiamo nelle mani del nostro sindaco, e dei suoi collaboratori, offrendo ancora una volta la nostra volontà di collaborare con lui e l’amministrazione tutta, insieme alle opposizioni, per farci sentinelle di legalità e trasparenza.
In generale prendiamo spunto da questa esperienza per invitare in modo costruttivo e appassionato, attivando le sinergie giuste, di poter avviare d’ora in avanti un processo di progettazione maggiormente partecipato e condiviso sui reali problemi e per trovare un confronto produttivo alla ricerca delle soluzioni.



Osservazioni al PUC di generico suggerimento e raccomandazioni su correzioni in fase di approvazione dello stesso e successivi orientamenti sulle scelte in fase attuattiva (PUA)
Basandoci sulle norme di Attuazione del Piano strutturale (2.6)  e poi sulle norme di Attuazione del Piano Operativo (3.2), visionate nell’insieme le Tavole di riferimento, riteniamo di partire innanzitutto con l’esprimere le nostre premure su aspetti essenziali, primo fra tutti il rischio idrogeologico relativo in particolare al Monte Albino e alla zona di Fosso Imperatore (dove pare esservi una faglia superficiale) e Casarzano, non solo per possibili cedimenti franosi e inondazioni a cui siamo tendenti, ma anche per ciò che sarà permesso edificare come operazioni infrastrutturali contro la logica di un vero risanamento e della tutela seria di suoli fortemente a rischio. In tal senso,il nostro impegno contro le vasche di laminazione, in progetto con fondi europei, che passa attraverso il consenso dell’appena ex giunta regionale, è sotto gli occhi di tutti ed in sinergia con il Comitato GENTE DEL SARNO e NO VASCHE.
Confidiamo che l’amministrazione sarà garante in tal senso della tutela dei cittadini e delle nostre istanze.
Riguardo le aree in assetto naturale o seminaturale,  così come quelle agricole in genere, periurbane e ordinarie, siamo favorevoli a una salvaguardia vera e non di facciata. In linea di massima poi, sull’accennata questione dei lotti minimi, al di là di norme e tecnicismi nel cui merito cerchiamo di non entrare in modo specifico, raccomandiamo più un rigidismo di sostanza e una maggiore flessibilità di forma.
Il primo per tutelarci da distorsioni possibili sfruttando i vincoli a vantaggio di soggetti  capaci di inserirsi laddove il classico piccolo e medio imprenditore fatica per le ridotte dimensioni cui può aspirare nell’estensione della propria attività produttiva. La seconda per favorire quei soggetti che davvero dimostrino di puntare sulla valorizzazione del territorio, dei prodotti tradizionali e in special modo biologici, garantendo un basso impatto sull’ecosistema e l’efficienza energetica in fase di gestione della sua azienda, così da mettersi in rete con la natura dando priorità quindi a chi fa leva su forme di agriturismo biologico sostenibile e fruibile al turismo di ramo, oltre che le produzioni a “Km Zero”.
Sulle aree di verde urbano  ne contestiamo più che altro la carenza atavica a dispetto di cementificazioni selvagge prodotte nei decenni scorsi. Auspichiamo si possa prontamente intervenire sul Piano strutturale come sul Piano operativo per normare interventi, magari alcuni a breve termine ed a costi ridotti, e altri più ambiziosi in prospettiva sul medio-lungo termine, in aree libere piccole o grandi che siano, o laddove si possono liberare con opportuni espropri concordati con privati e su zone di edifici da abbattere o ex- attività produttive dismesse con suoli da bonificare, mettendo questi spazi a sistema con un più equilibrato sviluppo urbano sostenibile e a misura d’uomo, di bambino, anziano e disabile, rendendo così sempre più vivibile l’urbanizzato (in riferimento a quanto sopra, sarebbe utile un controllo su ciò che prevedevano, come ripristino in superfice,  le autorizzazioni a costruire garage e box interrati, rilasciate negli ultimi 10 anni).
Per quanto concerne le cave dismesse, che vi sia la massima attenzione ad accorciare tempi e procedere a un risanamento ambientale a regola d’arte, senza nuove concessioni ad altre attività di questo genere sul territorio, data la saturazione dei siti a stretto raggio nella nostra regione.
La protezione delle sorgenti  ci vede vigili costantemente allo stesso livello delle questioni sopra menzionate. Non a caso una nostra stella è il bene essenziale Acqua, mirando alla gestione pubblica in linea con la volontà espressa dai cittadini con apposito referendum.
I tessuti insediativi di interesse storico-culturale vanno valorizzati con perspicacia d’azione e tutelandoli anche sulle scelte in materia di viabilità, con pedonalizzazioni e ZTL, che abbiano priorità su altri interessi e consuetudini inadeguate alla crescita e valorizzazione di quartieri. Questi ultimi raccontano tanto delle nostre radici e rischiano un isolamento, compresi quelli radicati nel cuore del centro-storico. Eventi di quartiere e conferenze, discussioni partecipate in tal senso vanno incoraggiati con frequenza per un effettivo percorso di crescita.
Gli altri aggregati edili B1 e B2 è bene che siano comunque oggetto attento in fase di PUA, da non snaturarsi, creando una disarmonia incompatibile con il contesto in cui sono situate.
Riguardo gli interventi previsti presso gli edifici B3 ossia nei quartieri GROTTI e AMICIZIA, riteniamo importante che ci si mantenga in linea con il contesto della vicina Nocera Superiore che vanta, superando il confine che ci separa, siti di pregevole rilievo storico-architettonico e archeologico, oltre che spazi verdi a cui poterci collegare anche nell’ottica di una futura unione dei due comuni.
Chiediamo bonus e/o forme di incentivazione anche con fondi europei/statali/regionali per la riqualificazione di altri quartieri, in particolare quelli di interesse storico-architettonico e ambientale e altri in zone periferiche. Priorità alla zona dei Tre Casali (Capocasale, Casale del Pozzo, Casale nuovo), Piedimonte e Casolla, via Castaldo e via Solimena. Integrare nel discorso via Astuti e altre zone da individuare con una più attenta analisi nell’ottica di una completa rigenerazione specialmente in quelli adibiti con corte interna o comunque esigenti di restauro da mettere in connessione con il resto della città.
Saremo vigili sulle operazioni da effettuare in via Napoli (sia aree residue ex-MCM che altro), via Montevescovado ed altri interventi che mirino a implementare l’edilizia relativa alle residenze sociali.
Sfruttare al meglio gli edifici non utilizzati e abbandonati  a fini sociali e culturali.
Così come le sedi produttive e ambiti industriali dismessi  andrebbero ammodernate secondo logiche attuali ed in parte destinate a spazi di interesse pubblico a seconda del contesto geografico in cui sono immerse.
Estrema attenzione anche a siti industriali dismessi ed in genere, i cui suoli e tetti siano da bonificare dalla presenza di amianto ed altri materiali che risultino nocivi alla salute.
Non siamo assolutamente favorevoli all’insediamento di altre attività relative alla grande distribuzione, quali centri commerciali, supermarket e minimarket (escluso quelle forme di attività che favoriscono l’interazione tra piccoli esercenti in difficoltà), catene di franchising, che non apportino valore aggiunto, in quanto la loro moltiplicazione implica una distorsione del mercato e svantaggia il commercio e l’artigianato di tradizione e qualità, nonché i semplici rivenditori fidati di quartiere che intraprendono rapporti anche sociali e fiduciari con i propri clienti, favorendo l’interazione tra le categorie.
Il senso di comunità si esplica anche in questo e del resto la qualità, il senso del riuso tipico dell’artigiano, l’offrire un’alternativa educativa al consumismo di massa, specialmente per i nostri giovani,rappresenta un valore su cui puntare.
Siamo, invece, favorevoli ad esperimenti dei cosiddetti “centri commerciali all’aperto” per la piccola e media impresa innovativa e di qualità non standardizzata e che, ben congegnati, potrebbero alleviare l’attuale crisi di settore.
Sedi della logistica e sedi di attività economiche incompatibili sono un altro tema da approfondire con buon senso, valutando comunque che le innovazioni dei settori e le tecnologie moderne spingono verso una sempre maggiore affermazione di un’offerta di servizi meno basata su consumo e trasporto di merci e molto più di servizi e minimizzazione dei consumi di suolo,energetici,tendenti al rifiuto zero. A questo tipo di imprese bisogna guardare in ambito urbano e perché no anche nelle aree dedicate periferiche qualora si voglia metterle in rete.
Siamo favorevoli alle start-up di vocazione moderna e all’utilizzo di contenitori disponibili (da ammodernare) per accogliere quanti vogliano provare a lavorare senza il vincolo di spese legate a uffici e locali adibiti a negozio e deposito.
La nostra preferenza va nella direzione di favorire attività votate al cibo sicuro e quanto più possibile a km zero, al vero biologico e a chi produce nell’ambito del processi legati alla sua attività, scarse emissioni in atmosfera (anche sul modello della city logistic illustrato nelle proposte al PUM) .
Soprattutto non vogliamo più industrie pericolose nel nostro territorio e chiediamo l’attivazione per il controllo della qualità ambientale e l’adeguamento a norma degli impianti attualmente esistenti e che lavorano materiali potenzialmente tossici e/o inquinanti.
Vorremmo evitare il fiorire di altri impianti di distribuzione e/o produzione di carburante (vedi impianti del cosiddetto biogas), e suggeriamo di prevedere incentivi per quelli esistenti che installano colonnine di ricarica in accordo con enti dell’energia elettrica.
Vorremmo che i concessionari di automobili e motori a due ruote fossero spinti alla promozione di veicoli elettrici e ibridi.
Ben vengano, quindi, ristoratori bar e simili che puntino su prodotti della tradizione certificati e incentivanti al mangiar sano inteso come naturale e privo di raffinazione artificiosa, per la prevenzione salutistica anche dei più giovani; le attività che promuovono la cura del benessere psico-fisico come anti-stress e fattore di deterrente, adibite allo sport e alla fisioterapia. Specialmente se in un contesto di verde pubblico attrezzato e fomentando gli impianti sportivi, con l’idea di creare un vero fulcro in tal senso, attraverso contenitori messi in rete nell’area Viale S. Francesco, Grotti-Campo, tra Stadio, Palazzetto dello Sport, ed altro, che vada nel rispetto dell’impatto ambientale dell’area.
Anche le idee che si stanno affermando di tetti verdi sui palazzi ed in generale operazioni di green way cittadine e green building, specie votate all’efficienza energetica, meritano premialità assoluta ed un qualche margine di flessibilità anche nei centri storici, purché garantiscano gli elementi coerenti con la loro natura edificatoria ed architettonica originale e la garanzia strutturale.
Piazze, aree pedonali e ZTL sono essenziali spazi pubblici di relazione da valorizzare ed estendere gradualmente senza esitazioni di sorta, favorendo i meccanismi complessivi che ne incentivino e rendano piacevole l’utilizzo di chi finora forse è ancora disabituato perché caos e degrado l’hanno fatta da padrona per lungo tempo in certe zone,persino quelle in pieno centro cittadino e non solo.
Siti paesaggistici ed architettonici di interesse naturalistico e storico devono essere sempre più inseriti e impreziositi rendendoli fruibili e rispettati da tutti, concependone il valore immenso.
Il parco Fienga e la Chiesa del Monte Albino ,il Teatro comunale, l’Oratorio che ha pari dignità e altri contenitori, come la biblioteca, il mai decollato caffè letterario, le sale per le conferenze e quant’altri simili strutture, per fare gli esempi più eclatanti, è bene, secondo noi, che siano destinati non certo esclusivamente ad una partecipazione chiusa e seppur modernamente elitaria, ma in linea col discorso posto sulla ex Caserma Tofano. Discorsi aperti a tutte le scuole,i quartieri, con stimoli particolari per le periferie senza lasciare nessuno indietro.
E’ d’obbligo intercettare un turismo che ci faccia crescere anche economicamente, con sapiente strategia, mettendoci nelle condizioni di partecipare al sistema che il nostro comprensorio offre, vista la posizione rispetto alla vicina Napoli, Salerno, Pompei,  Cava e Costiera Amalfitana-Sorrentina, Paestum ecc.; tutto ciò potrebbe liberare potenzialità, forse pensate, ma ancora inespresse. Iniziare quindi a regolamentare, secondo nuovi sistemi, l’uso di immobili come “bed and breakfast” ed avviare i proprietari, delle strutture che si prestano, ai cosiddetti “alberghi diffusi”.
Per questi obiettivi occorre a maggior ragione un coinvolgimento in rete di tutti i soggetti della comunità.

OSSERVAZIONI GENERICHE E PUNTUALI AL PUM da inserire nel PUC
-Preferenza a incremento delle corse di linea ferroviaria dirette verso Salerno e veloci verso Napoli in orari strategici e linea metropolitana dell’agro come progetto regionale.  In particolare con fermate al Consorzio su via Napoli, nei pressi della ex Caserma Tofano, in zona Ospedale/Stadio e sfruttare lo snodo verso Codola con fermate al Tribunale/Piedimonte e Cimitero(in attesa dell’interramento della linea ferroviaria che liberi spazio e colleghi meglio la città);
-Parcheggi esterni sui confini con comuni limitrofi e a costi ridotti (in una prima fase da rendere gratuiti);
-Servizi massicci di bus navetta, del tipo a basso impatto ambientale (elettrici, metano o ibridi) con funzione intermodale e servizi a chiamata per le periferie;
-Graduale eliminazione di stalli su strada, parcheggi di quartiere a tariffe ridotti per i residenti e revisione della zonizzazione con riequilibrio delle soste libere con quelle a pagamento;
-Migliorare segnaletica verticale e luminosa per indicare la presenza dei parcheggi nei punti strategici: uscita autostradale, ingressi in città dai confini con comuni limitrofi, dalle periferie, ecc.;
-Incremento e valorizzazione dei parcheggi presso la zona della stazione ferroviaria e quella dell’ospedale civile / stadio;
-Liberare spazi e suolo a favore di aree verdi nei quartiere (a via Siciliano l’idea dell’interramento con piazza fruibile è stata buona ma sarebbe auspicabile molto più verde che dia frescura e ombra in estate e meno pavimentazioni discutibili che oltretutto ha impermeabilizzato una vasta area);
-Villa comunale / parco a verde in via Canale, come prospettiva a medio-lungo termine, sfruttando le alternative di sosta che si possono incrementare più all’esterno (come indicato sopra), e favorire la chiusura dell’area di sosta attuale;
-Incremento delle aree ZTL e pedonali creando le condizioni di mobilità generali per un corretto funzionamento del traffico cittadino;
-Proponiamo di chiudere al traffico veicolare l’arteria continua rappresentata dall’asse di via Corso Garibaldi e via Barbarulo il sabato e la domenica oltre ai festivi ed in occasione di eventi, per favorire non solo i pedoni che vi affluiscono, ma anche i locali commerciali insistenti su tale area;
-Strumenti di sicurezza moderni per l’attraversamento pedonale, con particolare attenzione nelle aree scolastiche, attraverso idonee protezioni  o dossi;
-Favorevoli a piste ciclabili diffuse nella rete cittadina ed in una green way;
-Favorevoli all’estensione del percorso della salute in area Montalbino;
-Completamento della strada di circonvallazione esterna e svincolo verso Nocera Superiore che sgravi il traffico veicolare e obblighi a tale percorso i mezzi di trasporto di grande mole va nella giusta direzione di un riordino del traffico e allontanamento del caos e delle emissioni concentrate al centro;
-Pressione presso tutti gli enti coinvolti per regolamentare il pedaggio dell’A30 nelle tratte che toccano l’agro-nocerino sarnese, incentivando così l’uso soprattutto ai mezzi pesanti;
-Forzare per una regimentazione del pedaggio , fino alla liberalizzazione dell’A3, in modo da consentirne un uso più disinvolto come alternativa per recarsi nelle città vicinore, sia in direzione Napoli che Salerno;
-Valutare, in accordo con i cittadini della vicina Pagani, un eventuale svincolo dell’A3 a bassissimo impatto ambientale da compensare con  l’aumento del verde;
-Rotatorie previste nel PUM da recepire con attenzione per non creare architetture pesanti  e inestetiche ma funzionali. In particolare sarebbe importante recepire nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Strutturale (2.6) e in seguito nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Operativo (3.2) le proposte nel PUM che prevedono la rotatoria all’intersezione di Via Rea con via Dodecapoli Etrusca. Stesso discorso inserendo nel 3.2 la rotatoria all’intersezione tra via Astuti e via Rea. Queste due operazione dovrebbero rientrare nella logica di fluidificare il transito su quel tratto continuo eliminando così i semafori per i veicoli, anche per evitare il ristagnare con il rosso acceso dei veicoli che emettono inquinanti con il motori accesi in fase di attesa.  Inserire nel 3.2 anche la prevista rotatoria all’intersezione tra via Gabola e via Grimaldi;
-Inserire nel 2.6 e in seguito nel 3.2 anche la proposta di ampliamento su via Pucci e della rampa sopraelevata che si connetterebbe sul cavalcavia Mancuso e rendendo via Marconi ZTL. Prevedere al 2.6 e al 3.2 l’inserimento di una piccola rotatoria all’intersezione tra cavalcavia Mancuso e il cavalcavia De Nicola di congiunzione dall’ospedale;
-Valutare operazioni ultramoderne con energia da intercettare dal traffico pedonale e veicolare ai fini del risparmio energetico sulla pubblica illuminazione e architetture presso i cavalcavia per dare nuovo impatto estetico e naturalizzarne l’aspetto;
-Parere favorevole a recepire nel PUC le proposte nel PUM al nuovo riordino della circolazione sulla zona di Cicalesi e il quartiere Rendola;
-Decoro piazze e marciapiedi anche privati con premialità per chi ne cura l’estetica e la pulizia, con sconti su TASI e TARI per residenti ed esercenti commerciali;
Nocera Inferiore, lì 12 giugno 2015

mercoledì 10 giugno 2015

Segnalazione lavori in Via Matteotti post comunicazione di cittadini

In data 01/06/2015 in località Via Matteotti del comune di Nocera Inferiore (Sa) è stata notata una ruspa che abbatteva la palestra retrostante la proprietà dell’edificio di proprietà dell’Istituto Suore Francescane con l’esposizione di un semplice cartello relativo alla SCIA prot. 24211 del 01-06-2015 recante la dicitura “Messa in sicurezza edificio”.

La preoccupazione evidenziata dai cittadini, ma anche dal nostro gruppo, al di la dell’assenza di misure di sicurezza durante l’esecuzione dei lavori, è che potrebbe verificarsi, così come accaduto negli anni passati, l’ennesimo scempio paesaggistico e magari una successiva edificazione con ulteriore cementificazione di suolo circostante.
Ciò premesso, nel sottoporre alla Vs. valutazione i fatti così come enunciati, supportati dalle immagini allegate, si chiede che venga svolta ogni opportuna indagine al fine di verificare la leticità, in concreto, di un eventuale illecito.


domenica 7 giugno 2015

Attenzione all'Aliquota TASI ... quest'anno per noi è del 3 x 1000 !

Nel riportare le scadenze IMU e TASI per il 2015, regolamentate dalla normativa di riferimento, vogliamo evidenziare che grazie alla delibera di giunta n. 106 del 2 maggio 2015, pubblicata sull'albo pretorio al n. 3147 del 02/05/2015, l'aliquota per la nostra città è stata portata al 3 x 1000 e non più al 3,3 come erroneamente riporta ancora il link per il calcolo che è presente sul sito istituzionale.


Per il calcolo corretto Vi invitiamo a correggere l'aliquota modficando dal 3,30 al 3,00 o ad usare questo sito http://www.amministrazionicomunali.it/tasi/calcolo_tasi.php delle amministrazioni comunali inserendo l'aliquota approvata del 3 per 1000.

ATTENZIONE che sono variate anche le DETRAZIONI con delibera di giunta n. 133/2015 pubblicata il 1° giugno e consultabile cliccando qui: 

Per rendite fino a 223 ( catastale comprese le pertinenze) si è ESENTI;

Per rendite da 224 a 287 la detrazione è di € 90,00;

Per rendite da 288 a 454 la detrazione è di € 60,00;

Per rendite da 455 a 516 la detrazione è di € 30,00;

E' stato anche posto un fondo di 10.000 € a favore di soggetti che versano in grave difficoltà economiche ...

Per ulteriori dettagli potete consultare la delibera


Le scadenze sono le seguenti:

ACCONTO (o versamento intera imposta)

SALDO

IMU

16 Giugno 2015

16 Dicembre 2015

TASI

16 Giugno 2015

16 Dicembre 2015

In generale le scadenze sono sempre il 16 giugno e 16 dicembre dell'anno di imposta, tranne alcune eccezioni determinate negli ultimi anni dalla portata e dalla novità nell'applicazione delle diverse imposte. Vedi ad esempio la TASI del 2014 che ha determinato due differenti scadenze per l'acconto: per circa 2000 Comuni che hanno deliberato in tempo utile, l'acconto ha avuto scadenza il 16 Giugno mentre per circa 6000 Comuni l'acconto ha avuto come scadenza il 16 Ottobre. Infine per i Comuni che non hanno deliberato la TASI nel 2014 la scadenza dell'acconto è stata unita a quella del saldo il 16 Dicembre ad aliquota base.
Tuttavia, per quanto riguarda le scadenze, sappiamo per certo che per il 2015, in alcuni comuni per la TASI sono state deliberate scadenze differenti, probabilmente per evitare troppi versamenti concentrati in poche scadenze. Quindi è sempre opportuno verificare sul sito comunale eventuali variazioni a carattere locale.
Su amministrazionicomunali.it le scadenze sono riportate all'interno della pagina di calcolo dopo aver selezionato il comune di interesse, come riportato nell'immagine seguente:
Scadenze

La colonna GR a destra di ogni scadenza indica i giorni di ritardo rispetto alle diverse scadenze (per il ravvedimento).
La colonna MinImp indica l'importo minimo di imposta previsto dal Regolamento se il Comune è censito su amministrazionicomunali.it, altrimenti è riportato il valore -- (zero) in quanto non sappiamo qual è l'importo effettivo previsto dal Regolamento comunale e non è detto che sia necessariamente 12 Euro (alcuni comuni hanno anche 2 Euro come minimo d'imposta annuo).
La colonna Tasso indica il tasso legale a cui sono calcolati gli interessi sull'imposta attraverso il ravvedimento operoso, in caso di ritardato pagamento. Per il 2015 il tasso legale è pari allo 0,5% annuo.
La matita presente a fine riga, a destra, permette di modificare le scadenze (se e quando differenti rispetto a quelle indicate dal sistema) in modo da calcolare correttamente gli interessi in base ai giorni effettivi di ritardo in caso di ravvedimento operoso.

Ultima modifica 01/06/2015
Fonte: http://www.amministrazionicomunali.it/iuc/scadenze_imu_tasi.php

lunedì 1 giugno 2015

Risultati elettorali elezioni amministrative Regione CAMPANIA 2015 a Nocera Inferiore (Sa)

Nocera Inferiore conferma il trend positivo del M5S ... la Costruzione di un Futuro diverso è in atto!
Adesso occorre Partecipare per continuare a Cambiare, ce lo dimostra l'affetto ricevuto durante la campagna elettorale fatta di Informazione e non sterili attacchi o vane promesse ...
I Cittadini devono ritornare ad essere gli Attori della Politica.
Grazie a Tutti coloro che ci sono stati vicini, Vi aspettiamo nel nostro gruppo!











Qui il sito con i risultati dei Comuni della Provincia di salerno in dettaglio: http://www.prefettura.it/salerno/static/elezioni/2015-05-31/regionali/regio150531/prefR150720000000.htm#0001112

La soddisfazione è anche ricordare i dati delle regionali 2010