Preso atto dell’avvenuta
pubblicazione dell’avviso di adozione sul B.U.R.C. n. 24 del 13 Aprile 2015 del
Piano Urbanistico Comunale (PUC) adottato con deliberazione di G.C. n. 57 del
30/03/2015 e che il termine perentorio per la presentazione delle osservazioni
coincide con il giorno 12.06.2015.
Visti gli atti che
costituiscono il Piano Urbanistico Comunale (PUC).
Osservazione al Piano Urbanistico Comunale (PUC) in duplice copia, che si compone di n° 8 (otto) pagine protocollata in data 12 giungo 2015 con n. 28796.
SETTORE
TERRITORIO E AMBIENTE – UFFICIO DI PIANO
OSSERVAZIONI
AL PIANO URBANISTICO COMUNALE (PUC) ADOTTATO DAL COMUNE DI NOCERA INFERIORE
Premessa
Nell’amministrazione di una
comunità il processo democratico dell’acquisizione del consenso si dovrebbe sostanziare con un
confronto costante tra essa ed i cittadini, questo permette a chi amministra di
consolidare la propria politica sul territorio. Il fatto di essere eletti non è
quindi sufficiente, ma è indispensabile mantenere il contatto con la cittadinanza,
seppur nel pieno rispetto dei ruoli e dell’esigenza di giungere a decisioni, ma
avendo la capacità di modificare piani e progetti secondo le richieste e le
esigenze della comunità intera.
La discussione che si è
portata avanti sulla redazione del nuovo PUC nella fase finale, doveva essere proposta,
vista la fondamentale importanza, sin dalla fase preliminare, che ha visto si
due incontri pubblici, ma con una scarsa partecipazione popolare dovuta alle
condizioni metereologiche, agli orari in cui essi sono stati proposti ed al
solito luogo di raccolta, che era il “centro città”.
Secondo la nostra opinione,
non si è concretizzata in una efficace apertura al dialogo, mancando
l’occasione di poter incidere a quanti pur hanno provato, con tutte le
difficoltà, a partecipare con indole dialogante e costruttiva. Non sembra siano
stati presi in considerazione, in quella fase, singoli cittadini o categorie
professionali, associazioni, comitati, movimenti o minoranze deboli (tipo i
disabili e più in generale quanti, anche per limiti culturali o economici, non
hanno facilmente accesso, o comprensione di elementi tecnici e ratio operandi),
ma potevano ugualmente fornire un contributo, visto che hanno pari diritti ad
aver voce in capitolo su scelte tanto
rilevanti che toccano i loro legittimi interessi.
Senza voler essere cattivi, ciò
che è accaduto lascia pensare al voler sembrare diversi dalle precedenti
amministrazioni, adottando un metodo di parvenza più aperto, ma di fatto
incurante di osservazioni, commenti e critiche, che potevano essere importanti
nella fase di elaborazione del piano, facendo sembrare quanto deciso, nel
chiuso del palazzo, fosse l’unica soluzione possibile.
Se si parla di “pianificazione
partecipata” essa dovrebbe fondarsi, a rigor di logica, sulla tutela del
territorio, sulle programmazione del futuro cittadino ed in particolare alla
possibile fruizione, da parte della collettività, dei beni comuni.
Sia ben chiaro che le qui
presenti osservazioni non intendono rappresentare una forma di attacco nei
confronti dell’amministrazione comunale, ma sono espresse con la finalità di
trasmettere, in modo costruttivo e appassionato, la nostra preoccupazione che
il nuovo PUC si accinga all’approvazione definitiva orfano di un contributo, che,
se ricercato e assimilato, avrebbe potuto plasmarlo donandogli le caratteristiche
complessive per gestire adeguatamente il territorio, gettando le basi per il
suo sviluppo in chiave più moderna ed allo tempo sostenibile ed attenta ad
intercettare gli elementi della tradizione su cui puntare, mixandoli tra loro.
Questo era possibile
soprattutto coinvolgendo efficacemente abitanti dei quartieri, che conservano
radici nei più anziani, e linfa innovatrice nei giovani che cercano di emergere,
comprendendo le periferie, nonché professionisti dallo spirito creativo e con esperienza
mista di tutte le età e categorie di competenza settoriale, per dare lustro ad
una progettualità completa fatta di intelligenza collettiva.
Insomma, avremmo voluto apprestarci
a vedere l’approvazione del PUC con uno spirito più entusiasta del percorso svolto.
Detto ciò, pur sposando
coerentemente la salvaguardia assoluta dei suoli, ed in genere i punti fermi da
porre come clausole per scongiurare il rischio di ulteriori scempi, su una piattaforma urbanistica che eredita
gli eccessi edificatori, che già cozzano
con la carenza di servizi e spazi adeguati per una crescita equilibrata ed
ordinata, temiamo che la veste formalmente rigida e vincolistica, diventi poco
funzionale ai fini di un rigenerazione modulare dell’esistente, soprattutto
nelle aree ad interesse storico, e poco funzionale per chi vuole conservare la
vocazione agricola del territorio, ma si ritrova ad essere limitato dalle
grandezze indicate.
Se si vuole che la crescita
cittadina non sia più per esplosione, bensì per implosione dal suo interno,
allora bisognerebbe adottare politiche di premialità e semplificazione che
permettano tale processo.
A livello nazionale, basti
pensare che l’architetto Renzo Piano ha chiamato a sé giovani emergenti per
collaborare alla riqualificazione delle periferie italiane, e così, a livello
locale, si sta sempre più discutendo della semplificazione dei processi per
andare in quella direzione.
Tenuto conto delle cose lette
nel Piano strutturale ne scaturisce la grossa difficoltà nel vedere una
collaborazione tra pubblico e privato, che attivi la sinergia tale per effettuare
una vera riqualificazione della nostra città, nel senso alto del termine,
lasciando, però, intravedere le solite predisposizioni alle “sostituzioni
edilizie” di opifici con cambi di destinazione globali, mentre potrebbero
essere riqualificati ed essere utilizzati per l’insediamento di attività
economiche compatibili con la vita della cintura urbana.
Le responsabilità in questi
casi non vertono solo sull’amministrazione che governa, ma anche sulle
opposizioni che non hanno mostrato la volontà di alzare la soglia del
dibattito, anzi si sono tenute apparentemente passive.
A nostro avviso il PUC così
concepito continua ad essere uno strumento di disciplina più che di Indirizzo,
da cui si consolida una cristallizzazione del tessuto urbano, ormai già
fortemente compromesso (le trasformazioni a cui alludiamo, naturalmente sono da
intendersi in meglio e non nella direzione di determinati vizi ereditati dal
passato).
Lo scenario che si prospetta,
al di là di elementi nuovi e di un riordino qua e là, sui quali in linea di
massima concordiamo, resta comunque che tale strumento di pianificazione possa
risultare innocuo se non paradossalmente dannoso, perché non permetterà una trasformazione
armonica e creativa (sebbene rispettoso delle aree di tradizione
storico-architettonica e ambientale).
La volontà di voler preservare
e salvaguardare il territorio agricolo ci trova assolutamente in sintonia, come
ovvio che sia in base alla nostra sensibilità ecologista e di difesa delle
terra, così come dell’acqua e dell’aria, quali beni essenziali per la Vita. Ma
pur partendo dal presupposto di non consumare altro suolo disponibile, la
scelta di elevare la soglia del lotto minimo a 10.000 mq può risultare una
pretesa per vari aspetti poco funzionale, data la forte frammentazione dei
lotti che attualmente difficilmente superano i 5000 mq e quindi, adottando
restrizioni non in linea con le caratteristiche locali, si rischia l’abbandono
del territorio rurale nel nostro comune, anziché favorirne l’aggregazione per
la valorizzazione. Ovviamente, restano i vincoli da porre relativi alla destinazione
degli insediamenti che si andranno a concretizzare, premiando coloro che, secondo
la nostra visione, vogliono mettere a sistema il tutto coniugando agricoltura,
cultura, tradizioni e natura.
Anche le scelte legate alla ex
Caserma TOFANO, su cui vertono aspettative importanti, ci trova preoccupati
sull’uso o riuso di un bene comune così importante; da quel che si intuisce, non
viene considerata la componente di “aggregazione sociale” che potrebbe avere,
data anche la sua posizione, e speriamo che l’amministrazione non si limiti ad
essere contenta nell’averla vista individuata quale sede delle “sovraintendenze
riunite” e, per ora, “mero deposito di reperti archeologici”, ma si batta
affinché questo grande contenitore possa diventare un vero polo di riferimento
multi disciplinare, incentrato si sull’archeologia, ma mettendo in atto
collegamenti con centri universitari e di ricerca internazionali sul tema, ampliando il progetto con laboratori ed
attività innovative, in modo da poter far fruttare il tutto sia in termini
economici che sociali. Intendiamo, quindi, non mere allocazioni od alloggi, ma aree aperte
al pubblico dove poter far nascere botteghe e laboratori, grazie a metodi
partecipati, con finalità di rivalutazione storica e crescita culturale
collettiva, oltre alla formazione di quanti vorranno.
Timori ne abbiamo, inoltre, in
merito ai PUA ,i cosiddetti Piani Attuativi, che possono e devono essere
elaborati dall’ente Comune, dai Consorzi, dai Privati, ma intesi quali soggetti
da mettere in rete tra loro sulla base di determinati equilibri d’insieme. In
un PUC determinati elementi di squilibrio potrebbero favorire varianti allo
stesso, che sotto l’ombrello dell’interesse Pubblico, paradossalmente, sfruttando
il rigidismo tecnico, rischiano di porgere il fianco a ipotetiche operazioni di
grossa Rottamazione del Patrimonio edilizio obsoleto, penalizzando quindi la singola
proprietà e gli studi professionali di architettura ed ingegneria di piccole
dimensioni (che pure potrebbero proporre soluzioni), anziché favorire una vera
riqualificazione, che consentirebbe un salto di qualità alla nostra amata
città.
In conclusione, per le
motivazioni citate, restiamo scettici su una possibile attuazione funzionale
del Piano adottato e vogliamo scongiurare ogni spiraglio di operazioni con
connotati abusivistici che sfruttino faglie del sistema: ribadiamo l’esempio che
potrebbero rappresentare i cambi di destinazione delle aree ex opifici
industriali presenti nella cintura del centro urbano.
Pertanto ci rimettiamo nelle
mani del nostro sindaco, e dei suoi collaboratori, offrendo ancora una volta la
nostra volontà di collaborare con lui e l’amministrazione tutta, insieme alle
opposizioni, per farci sentinelle di legalità e trasparenza.
In generale prendiamo spunto
da questa esperienza per invitare in modo costruttivo e appassionato, attivando
le sinergie giuste, di poter avviare d’ora in avanti un processo di
progettazione maggiormente partecipato e condiviso sui reali problemi e per
trovare un confronto produttivo alla ricerca delle soluzioni.
Osservazioni
al PUC di generico suggerimento e raccomandazioni su correzioni in fase di approvazione
dello stesso e successivi orientamenti sulle scelte in fase attuattiva (PUA)
Basandoci
sulle norme di Attuazione del Piano strutturale (2.6) e poi sulle norme di Attuazione del Piano Operativo
(3.2), visionate nell’insieme le Tavole di riferimento, riteniamo di partire
innanzitutto con l’esprimere le nostre premure su aspetti essenziali, primo fra
tutti il rischio idrogeologico relativo in particolare al Monte Albino e alla
zona di Fosso Imperatore (dove pare esservi una faglia superficiale) e Casarzano,
non solo per possibili cedimenti franosi e inondazioni a cui siamo tendenti, ma
anche per ciò che sarà permesso edificare come operazioni infrastrutturali
contro la logica di un vero risanamento e della tutela seria di suoli
fortemente a rischio. In tal senso,il nostro impegno contro le vasche di
laminazione, in progetto con fondi europei, che passa attraverso il consenso
dell’appena ex giunta regionale, è sotto gli occhi di tutti ed in sinergia con
il Comitato GENTE DEL SARNO e NO VASCHE.
Confidiamo che
l’amministrazione sarà garante in tal senso della tutela dei cittadini e delle
nostre istanze.
Riguardo le
aree in assetto naturale o seminaturale,
così come quelle agricole in genere, periurbane e ordinarie, siamo
favorevoli a una salvaguardia vera e non di facciata. In linea di massima poi, sull’accennata
questione dei lotti minimi, al di là di norme e tecnicismi nel cui merito
cerchiamo di non entrare in modo specifico, raccomandiamo più un rigidismo di
sostanza e una maggiore flessibilità di forma.
Il primo per tutelarci da distorsioni possibili sfruttando i vincoli a vantaggio di soggetti capaci di inserirsi laddove il classico piccolo e medio imprenditore fatica per le ridotte dimensioni cui può aspirare nell’estensione della propria attività produttiva. La seconda per favorire quei soggetti che davvero dimostrino di puntare sulla valorizzazione del territorio, dei prodotti tradizionali e in special modo biologici, garantendo un basso impatto sull’ecosistema e l’efficienza energetica in fase di gestione della sua azienda, così da mettersi in rete con la natura dando priorità quindi a chi fa leva su forme di agriturismo biologico sostenibile e fruibile al turismo di ramo, oltre che le produzioni a “Km Zero”.
Il primo per tutelarci da distorsioni possibili sfruttando i vincoli a vantaggio di soggetti capaci di inserirsi laddove il classico piccolo e medio imprenditore fatica per le ridotte dimensioni cui può aspirare nell’estensione della propria attività produttiva. La seconda per favorire quei soggetti che davvero dimostrino di puntare sulla valorizzazione del territorio, dei prodotti tradizionali e in special modo biologici, garantendo un basso impatto sull’ecosistema e l’efficienza energetica in fase di gestione della sua azienda, così da mettersi in rete con la natura dando priorità quindi a chi fa leva su forme di agriturismo biologico sostenibile e fruibile al turismo di ramo, oltre che le produzioni a “Km Zero”.
Sulle aree di
verde urbano ne contestiamo più che
altro la carenza atavica a dispetto di cementificazioni selvagge prodotte nei decenni
scorsi. Auspichiamo si possa prontamente intervenire sul Piano strutturale come
sul Piano operativo per normare interventi, magari alcuni a breve termine ed a
costi ridotti, e altri più ambiziosi in prospettiva sul medio-lungo termine, in
aree libere piccole o grandi che siano, o laddove si possono liberare con
opportuni espropri concordati con privati e su zone di edifici da abbattere o
ex- attività produttive dismesse con suoli da bonificare, mettendo questi spazi
a sistema con un più equilibrato sviluppo urbano sostenibile e a misura d’uomo,
di bambino, anziano e disabile, rendendo così sempre più vivibile l’urbanizzato
(in riferimento a quanto sopra, sarebbe utile un controllo su ciò che
prevedevano, come ripristino in superfice,
le autorizzazioni a costruire garage e box interrati, rilasciate negli
ultimi 10 anni).
Per quanto concerne
le cave dismesse, che vi sia la massima attenzione ad accorciare tempi e
procedere a un risanamento ambientale a regola d’arte, senza nuove concessioni
ad altre attività di questo genere sul territorio, data la saturazione dei siti
a stretto raggio nella nostra regione.
La protezione
delle sorgenti ci vede vigili costantemente
allo stesso livello delle questioni sopra menzionate. Non a caso una nostra
stella è il bene essenziale Acqua, mirando alla gestione pubblica in linea con
la volontà espressa dai cittadini con apposito referendum.
I tessuti
insediativi di interesse storico-culturale vanno valorizzati con perspicacia
d’azione e tutelandoli anche sulle scelte in materia di viabilità, con
pedonalizzazioni e ZTL, che abbiano priorità su altri interessi e consuetudini
inadeguate alla crescita e valorizzazione di quartieri. Questi ultimi
raccontano tanto delle nostre radici e rischiano un isolamento, compresi quelli
radicati nel cuore del centro-storico. Eventi di quartiere e conferenze, discussioni
partecipate in tal senso vanno incoraggiati con frequenza per un effettivo
percorso di crescita.
Gli altri
aggregati edili B1 e B2 è bene che siano comunque oggetto attento in fase di
PUA, da non snaturarsi, creando una disarmonia incompatibile con il contesto in
cui sono situate.
Riguardo gli
interventi previsti presso gli edifici B3 ossia nei quartieri GROTTI e
AMICIZIA, riteniamo importante che ci si mantenga in linea con il contesto
della vicina Nocera Superiore che vanta, superando il confine che ci separa,
siti di pregevole rilievo storico-architettonico e archeologico, oltre che
spazi verdi a cui poterci collegare anche nell’ottica di una futura unione dei
due comuni.
Chiediamo
bonus e/o forme di incentivazione anche con fondi europei/statali/regionali per
la riqualificazione di altri quartieri, in particolare quelli di interesse
storico-architettonico e ambientale e altri in zone periferiche. Priorità alla
zona dei Tre Casali (Capocasale, Casale del Pozzo, Casale nuovo), Piedimonte e
Casolla, via Castaldo e via Solimena. Integrare nel discorso via Astuti e altre
zone da individuare con una più attenta analisi nell’ottica di una completa
rigenerazione specialmente in quelli adibiti con corte interna o comunque
esigenti di restauro da mettere in connessione con il resto della città.
Saremo vigili
sulle operazioni da effettuare in via Napoli (sia aree residue ex-MCM che
altro), via Montevescovado ed altri interventi che mirino a implementare l’edilizia
relativa alle residenze sociali.
Sfruttare al
meglio gli edifici non utilizzati e abbandonati a fini sociali e culturali.
Così come le
sedi produttive e ambiti industriali dismessi
andrebbero ammodernate secondo logiche attuali ed in parte destinate a
spazi di interesse pubblico a seconda del contesto geografico in cui sono
immerse.
Estrema
attenzione anche a siti industriali dismessi ed in genere, i cui suoli e tetti siano
da bonificare dalla presenza di amianto ed altri materiali che risultino nocivi
alla salute.
Non siamo assolutamente
favorevoli all’insediamento di altre attività relative alla grande
distribuzione, quali centri commerciali, supermarket e minimarket (escluso
quelle forme di attività che favoriscono l’interazione tra piccoli esercenti in
difficoltà), catene di franchising, che non apportino valore aggiunto, in
quanto la loro moltiplicazione implica una distorsione del mercato e svantaggia
il commercio e l’artigianato di tradizione e qualità, nonché i semplici
rivenditori fidati di quartiere che intraprendono rapporti anche sociali e
fiduciari con i propri clienti, favorendo l’interazione tra le categorie.
Il senso di
comunità si esplica anche in questo e del resto la qualità, il senso del riuso
tipico dell’artigiano, l’offrire un’alternativa educativa al consumismo di
massa, specialmente per i nostri giovani,rappresenta un valore su cui puntare.
Siamo, invece,
favorevoli ad esperimenti dei cosiddetti “centri commerciali all’aperto” per la
piccola e media impresa innovativa e di qualità non standardizzata e che, ben
congegnati, potrebbero alleviare l’attuale crisi di settore.
Sedi della
logistica e sedi di attività economiche incompatibili sono un altro tema da
approfondire con buon senso, valutando comunque che le innovazioni dei settori
e le tecnologie moderne spingono verso una sempre maggiore affermazione di
un’offerta di servizi meno basata su consumo e trasporto di merci e molto più
di servizi e minimizzazione dei consumi di suolo,energetici,tendenti al rifiuto
zero. A questo tipo di imprese bisogna guardare in ambito urbano e perché no
anche nelle aree dedicate periferiche qualora si voglia metterle in rete.
Siamo
favorevoli alle start-up di vocazione moderna e all’utilizzo di contenitori
disponibili (da ammodernare) per accogliere quanti vogliano provare a lavorare
senza il vincolo di spese legate a uffici e locali adibiti a negozio e
deposito.
La nostra
preferenza va nella direzione di favorire attività votate al cibo sicuro e quanto
più possibile a km zero, al vero biologico e a chi produce nell’ambito del
processi legati alla sua attività, scarse emissioni in atmosfera (anche sul
modello della city logistic illustrato nelle proposte al PUM) .
Soprattutto
non vogliamo più industrie pericolose nel nostro territorio e chiediamo
l’attivazione per il controllo della qualità ambientale e l’adeguamento a norma
degli impianti attualmente esistenti e che lavorano materiali potenzialmente
tossici e/o inquinanti.
Vorremmo
evitare il fiorire di altri impianti di distribuzione e/o produzione di
carburante (vedi impianti del cosiddetto biogas), e suggeriamo di prevedere
incentivi per quelli esistenti che installano colonnine di ricarica in accordo
con enti dell’energia elettrica.
Vorremmo che i
concessionari di automobili e motori a due ruote fossero spinti alla promozione
di veicoli elettrici e ibridi.
Ben vengano,
quindi, ristoratori bar e simili che puntino su prodotti della tradizione
certificati e incentivanti al mangiar sano inteso come naturale e privo di
raffinazione artificiosa, per la prevenzione salutistica anche dei più giovani;
le attività che promuovono la cura del benessere psico-fisico come anti-stress
e fattore di deterrente, adibite allo sport e alla fisioterapia. Specialmente
se in un contesto di verde pubblico attrezzato e fomentando gli impianti sportivi,
con l’idea di creare un vero fulcro in tal senso, attraverso contenitori messi
in rete nell’area Viale S. Francesco, Grotti-Campo, tra Stadio, Palazzetto
dello Sport, ed altro, che vada nel rispetto dell’impatto ambientale dell’area.
Anche le idee
che si stanno affermando di tetti verdi sui palazzi ed in generale operazioni
di green way cittadine e green building, specie votate all’efficienza
energetica, meritano premialità assoluta ed un qualche margine di flessibilità
anche nei centri storici, purché garantiscano gli elementi coerenti con la loro
natura edificatoria ed architettonica originale e la garanzia strutturale.
Piazze, aree
pedonali e ZTL sono essenziali spazi pubblici di relazione da valorizzare ed
estendere gradualmente senza esitazioni di sorta, favorendo i meccanismi
complessivi che ne incentivino e rendano piacevole l’utilizzo di chi finora
forse è ancora disabituato perché caos e degrado l’hanno fatta da padrona per
lungo tempo in certe zone,persino quelle in pieno centro cittadino e non solo.
Siti
paesaggistici ed architettonici di interesse naturalistico e storico devono
essere sempre più inseriti e impreziositi rendendoli fruibili e rispettati da
tutti, concependone il valore immenso.
Il parco
Fienga e la Chiesa del Monte Albino ,il Teatro comunale, l’Oratorio che ha pari
dignità e altri contenitori, come la biblioteca, il mai decollato caffè
letterario, le sale per le conferenze e quant’altri simili strutture, per fare
gli esempi più eclatanti, è bene, secondo noi, che siano destinati non certo
esclusivamente ad una partecipazione chiusa e seppur modernamente elitaria, ma in
linea col discorso posto sulla ex Caserma Tofano. Discorsi aperti a tutte le
scuole,i quartieri, con stimoli particolari per le periferie senza lasciare
nessuno indietro.
E’ d’obbligo intercettare
un turismo che ci faccia crescere anche economicamente, con sapiente strategia,
mettendoci nelle condizioni di partecipare al sistema che il nostro
comprensorio offre, vista la posizione rispetto alla vicina Napoli, Salerno,
Pompei, Cava e Costiera Amalfitana-Sorrentina,
Paestum ecc.; tutto ciò potrebbe liberare potenzialità, forse pensate, ma
ancora inespresse. Iniziare quindi a regolamentare, secondo nuovi sistemi,
l’uso di immobili come “bed and breakfast” ed avviare i proprietari, delle
strutture che si prestano, ai cosiddetti “alberghi diffusi”.
Per questi
obiettivi occorre a maggior ragione un coinvolgimento in rete di tutti i
soggetti della comunità.
OSSERVAZIONI
GENERICHE E PUNTUALI AL PUM da inserire nel PUC
-Preferenza a incremento delle
corse di linea ferroviaria dirette verso Salerno e veloci verso Napoli in orari
strategici e linea metropolitana dell’agro come progetto regionale. In particolare con fermate al Consorzio su
via Napoli, nei pressi della ex Caserma Tofano, in zona Ospedale/Stadio e
sfruttare lo snodo verso Codola con fermate al Tribunale/Piedimonte e
Cimitero(in attesa dell’interramento della linea ferroviaria che liberi spazio
e colleghi meglio la città);
-Parcheggi esterni sui confini
con comuni limitrofi e a costi ridotti (in una prima fase da rendere gratuiti);
-Servizi massicci di bus navetta,
del tipo a basso impatto ambientale (elettrici, metano o ibridi) con funzione
intermodale e servizi a chiamata per le periferie;
-Graduale eliminazione di
stalli su strada, parcheggi di quartiere a tariffe ridotti per i residenti e
revisione della zonizzazione con riequilibrio delle soste libere con quelle a
pagamento;
-Migliorare segnaletica
verticale e luminosa per indicare la presenza dei parcheggi nei punti
strategici: uscita autostradale, ingressi in città dai confini con comuni
limitrofi, dalle periferie, ecc.;
-Incremento e valorizzazione
dei parcheggi presso la zona della stazione ferroviaria e quella dell’ospedale
civile / stadio;
-Liberare spazi e suolo a
favore di aree verdi nei quartiere (a via Siciliano l’idea dell’interramento
con piazza fruibile è stata buona ma sarebbe auspicabile molto più verde che
dia frescura e ombra in estate e meno pavimentazioni discutibili che oltretutto
ha impermeabilizzato una vasta area);
-Villa comunale / parco a
verde in via Canale, come prospettiva a medio-lungo termine, sfruttando le alternative
di sosta che si possono incrementare più all’esterno (come indicato sopra), e
favorire la chiusura dell’area di sosta attuale;
-Incremento delle aree ZTL e
pedonali creando le condizioni di mobilità generali per un corretto
funzionamento del traffico cittadino;
-Proponiamo di chiudere al
traffico veicolare l’arteria continua rappresentata dall’asse di via Corso
Garibaldi e via Barbarulo il sabato e la domenica oltre ai festivi ed in
occasione di eventi, per favorire non solo i pedoni che vi affluiscono, ma
anche i locali commerciali insistenti su tale area;
-Strumenti di sicurezza moderni
per l’attraversamento pedonale, con particolare attenzione nelle aree
scolastiche, attraverso idonee protezioni o dossi;
-Favorevoli a piste ciclabili
diffuse nella rete cittadina ed in una green way;
-Favorevoli all’estensione del
percorso della salute in area Montalbino;
-Completamento della strada di
circonvallazione esterna e svincolo verso Nocera Superiore che sgravi il
traffico veicolare e obblighi a tale percorso i mezzi di trasporto di grande
mole va nella giusta direzione di un riordino del traffico e allontanamento del
caos e delle emissioni concentrate al centro;
-Pressione presso tutti gli
enti coinvolti per regolamentare il pedaggio dell’A30 nelle tratte che toccano
l’agro-nocerino sarnese, incentivando così l’uso soprattutto ai mezzi pesanti;
-Forzare per una
regimentazione del pedaggio , fino alla liberalizzazione dell’A3, in modo da
consentirne un uso più disinvolto come alternativa per recarsi nelle città
vicinore, sia in direzione Napoli che Salerno;
-Valutare, in accordo con i
cittadini della vicina Pagani, un eventuale svincolo dell’A3 a bassissimo
impatto ambientale da compensare con l’aumento
del verde;
-Rotatorie previste nel PUM da
recepire con attenzione per non creare architetture pesanti e inestetiche ma funzionali. In particolare
sarebbe importante recepire nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano
Strutturale (2.6) e in seguito nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano
Operativo (3.2) le proposte nel PUM che prevedono la rotatoria all’intersezione
di Via Rea con via Dodecapoli Etrusca. Stesso discorso inserendo nel 3.2 la
rotatoria all’intersezione tra via Astuti e via Rea. Queste due operazione
dovrebbero rientrare nella logica di fluidificare il transito su quel tratto
continuo eliminando così i semafori per i veicoli, anche per evitare il
ristagnare con il rosso acceso dei veicoli che emettono inquinanti con il
motori accesi in fase di attesa.
Inserire nel 3.2 anche la prevista rotatoria all’intersezione tra via
Gabola e via Grimaldi;
-Inserire nel 2.6 e in seguito
nel 3.2 anche la proposta di ampliamento su via Pucci e della rampa
sopraelevata che si connetterebbe sul cavalcavia Mancuso e rendendo via Marconi
ZTL. Prevedere al 2.6 e al 3.2 l’inserimento di una piccola rotatoria
all’intersezione tra cavalcavia Mancuso e il cavalcavia De Nicola di
congiunzione dall’ospedale;
-Valutare operazioni
ultramoderne con energia da intercettare dal traffico pedonale e veicolare ai
fini del risparmio energetico sulla pubblica illuminazione e architetture
presso i cavalcavia per dare nuovo impatto estetico e naturalizzarne l’aspetto;
-Parere favorevole a recepire
nel PUC le proposte nel PUM al nuovo riordino della circolazione sulla zona di
Cicalesi e il quartiere Rendola;
-Decoro piazze e marciapiedi
anche privati con premialità per chi ne cura l’estetica e la pulizia, con
sconti su TASI e TARI per residenti ed esercenti commerciali;
Nocera
Inferiore, lì 12 giugno 2015
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